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I Templari e il Templarismo
L’ordine dei Templari fu fondato nel 1119 a Gerusalemme, all’epoca delle crociate, da un gruppo di nove cavalieri francesi provenienti dalla Champagne e dalla Borgogna, guidati da Ugo di Payens, nobile francese, vassallo del Conte di Champagne.
L’ordine monastico, di stretta osservanza cistercense (benedettina), univa ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, anche il giuramento di impugnare la spada per difendere i pellegrini, i luoghi e le strade della Palestina dagli infedeli.

Gli statuti severissimi furono compilati da S. Bernardo di Chiaravalle parente del Conte di Champagne, nel 1128, ratificati poi nel Sinodo di Troyes da Onorio II e nel 1139 Papa Innocenzo II ne confermò la regola, dove veniva spiegata la missione dell’ordine e concessa loro l’esenzione dal potere vescovile, dipendendo essi direttamente dal Papa; e fu proprio questa autonomia l’avvio della loro futura potenza economica.

A Gerusalemme ebbero subito l’appoggio di Re Baldovino II, che li alloggiò in una parte della sua reggia, che era prossima al luogo dove un tempo sorgeva il tempio di Re Salomone, parte che si chiamava Templum Domini, (oggi corrisponde alla Spianata del Tempio, oggetto di tanti scontri !), da cui derivarono il nome di Templari, i custodi del Tempio di Gerusalemme.

Per tutto il periodo delle crociate, (quasi 200 anni), i cavalieri furono presenti nei luoghi conquistati, e si coprirono sempre di gloria in difesa dei pellegrini e negli attacchi contro i musulmani, gradualmente aumentando la loro potenza e il loro prestigio, grazie anche ad altri privilegi di natura fiscale e beni di proprietà e lasciti vari che seppero ben amministrare.

Mano a mano che i luoghi santi cadevano in mano agli infedeli, i cavalieri si ritiravano nelle fortezze, prima a S. Giovanni d’Acri, poi a Cipro, infine la maggior parte di loro ritornò in Europa disseminandosi nelle varie sedi dell’Ordine; la casa madre era il Tempio di Parigi.

Furono grandi nel campo dell’architettura, della medicina, nell’attività bancaria, abili anche nell’amministrare il tesoro della monarchia francese. Tanta ricchezza provocò l’invidia dei potenti, specie del Re di Francia, Filippo il Bello, le cui finanze erano in pieno dissesto.

La loro eliminazione fu voluta proprio da Filippo il Bello, con la complicità passiva del Papa Clemente V, Bertrand de Ghot, già arcivescovo di Bordeaux (siamo nel periodo della “cattività avignonese” dei Papi).

Furono accusati di eresia e di immoralità, imprigionati e torturati atrocemente. Giudicati dal potere laico non religioso, il Papa soppresse l’ordine “per via amministrativa”, nel 1312 al Concilio di Vienna, “con amarezza e senza prove”, incalzato dal re e dopo che il vescovo di Sens aveva fatto bruciare 54 templari.

L’ultimo Gran Maestro dell’ordine fu Jacques de Molay, arrestato nel 1307 con altri 139 cavalieri, dopo un lungo processo e una più lunga prigionia fu arso vivo il 18 marzo del 1314 sul sagrato di Notre Dame a Parigi con altri cavalieri. Al momento del martirio il Gran Maestro volle essere rivolto verso Notre Dame e gridò: “L’ordine è puro e santo, le accuse assurde, le confessioni menzognere”.

Nell’agosto del 1308 però, il Papa aveva mandato tre Cardinali nella prigione fortezza di Chinon dove erano prigionieri i capi templari, che interrogati, erano stati completamente assolti dall’accusa di eresia e riammessi ai Sacramenti.

E’ il cosidetto ” Editto di Chinon ” scoperto nel 2001 ed oggi pubblicato ufficialmente dal Vaticano.

Purtroppo, dopo la fine ufficiale dell’ordine, noi brancoliamo nel buio, nella leggenda. I cavalieri si dispersero, rientrarono tra i cistercensi in Spagna, negli ordini di Calatrava e Montesa e in Portogallo dove il re Dinis creò il “Nuovo Ordine dei Cavalieri di Cristo”.

Una leggenda vuole che Jacques de Molay prima di morire affidasse le reliquie, una parte del tesoro, e i segreti dell’ordine al nipote conte di Beauyeu che riunì le fila e fu eletto Gran Maestro.

Il suo successore si sarebbe rifugiato in Scozia perpetuando il magistero dell’Ordine che sarebbe poi confluito nella massoneria di rito scozzese.

La seconda matrice si rifà alla tradizione per cui J. De Molay nel 1313 avrebbe designato il proprio successore nella persona di Giovanni Marco Larmenius.
L’ordine sarebbe vissuto nascostamente fino alla fine del ‘600, quando in Francia venne alla luce un movimento d’ispirazione templare, secondo un documento, la cosiddetta “Charta Larmenius”.

Nel 1705 Filippo d’Orleans, nipote di Luigi XIV, assunse il titolo di Maestro, e convocò un Capitolo generale dell’ordine. Seguirono varie vicende e scissioni. Finalmente nel 1894 un convegno a Bruxelles costituì una Segreteria internazionale dei templari, e nel 1934 si creò un Consiglio di Reggenti.
Allo scoppio della II guerra mondiale l’archivio fu portato in Portogallo al Gran Priore della Provincia Lusitana, don Antonio Campello Pinto de Sousa Fontes. Nel 1942 egli fu nominato Reggente e Guardiano dell’Ordine che assunse il nome di “ Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme ”. Nel 1960 la maestranza è stata assunta dal figlio don Fernando de Sousa Fontes, attuale Gran Maestro e Capo dell’Obbedienza cui noi apparteniamo.

E’ la più importante obbedienza templare nel mondo, con adepti in tutta Europa, Canada, Stati Uniti e America del Sud.

Per noi oggi, il concetto di spade, di crociate, di luoghi santi da salvare, ha un valore simbolico, (anche se attualmente questi luoghi sono dilaniati da lotte terribili), ma mantiene intatto il suo valore ideale: significa combattere sempre in difesa del diritto calpestato per il trionfo della verità, è per noi testimonianza di giustizia e di fede.

La presenza templare nel punto di contatto tra Occidente e Oriente, fortemente caratterizzata dalla storia ebraica, ha alimentato un sapere templare fondato sulla cabala giudaica, sulla tradizione islamica e sull’esegesi biblica cristiana, proprio nel cuore spirituale delle tre religioni monoteiste. La gnosi templare ricercava una progressiva sublimazione dell’uomo interiore verso una spiritualizzazione suprema, verso la Santa Sapienza, figura allegorica al femminile, sapienza espressa da Dante seguace dei “ Fedeli d’Amore ”, nella figura di Beatrice, gnosi che adottava la segretezza dei misteri antichi e prevedeva tecniche iniziatiche.

C’è un legame che collega i templari al femminile come archetipo religioso, come componente femminile del divino presente nel concetto di Sofia, così come nella cabala ebraica e nel sufismo islamico.

I cavalieri del Tempio si consacravano a Maria con questa preghiera: “Signore Gesù, Padre eterno e Dio Onnipotente, la tua religione che è quella del Tempio di Cristo, è stata fondata per l’amore della Santa e gloriosa Vergine Maria, tua madre. Nostra Signora è stata l’inizio del nostro ordine, ed in Lei e nel Suo onore, se piace a Dio, sarà la fine della nostra vita e del nostro ordine”.

Anche la donna oggi veste il manto templare come specchio di integrità, di elezione spirituale, compagna nella ricerca comune di un ideale profondo da far vivere nel mondo, tutti uomini e donne nel cammino della reintegrazione verso l’Unità. Il pensiero e l’etica templare hanno conservato intatta nel tempo tutta la loro forza, la potenza militare non esiste più, l’ideale temporalista della Croce che governa il mondo è svanito, ma l’ideale spirituale resta.

Noi conserviamo viva la memoria dell’Ordine depositario di autentica sapienza, ne siamo i testimoni nel solco della tradizione, con lo studio, nella gradualità dell’accesso alle conoscenze segrete, nel segno di una tensione verso l’assoluto. Il templarismo è dunque una catena di trasmissione, una nobile corrente di pensiero e di movimento.

Secondo R. Guenòn la fine violenta dell’Ordine “è stata il punto di partenza della frattura del mondo occidentale con la propria tradizione”. Quel drammatico epilogo non cessa di far discutere, ma la spada che il cavaliere oggi brandisce idealmente serve per abbattere il male ed “edificare templi alla virtù”.

Gran Priore d’Italia Emerita
S.E. DAMA GRAN CROCE LEDA PAOLA TONON